Home Costume e Società Sigarette introvabili: la crisi del 1992

Sigarette introvabili: la crisi del 1992

0
sigarette-introvabili-la-crisi-del-1992
Foto di Pexels da Pixabay

Avevo appena dieci anni, ovviamente non fumavo, ma ricordo molto bene di quando ci fu il problema delle sigarette introvabili. Mi ricordo la preoccupazione sul volto dei miei genitori, fumatori abbastanza incalliti (oggi ex per fortuna), che riuscirono comunque, attraverso una rete di amici ad approvvigionarsi e mantenere la calma.

Mi ricordo parenti e conoscenti in crisi. Avrebbero dato chissà quante mila lire per una sigaretta, ma ero solo un ragazzino e non capivo il perchè di tanta agitazione e frustrazione, non capivo quanto fosse potente il potere della nicotina.

In un’epoca in cui non esistevano mental coach per smettere di fumare o libri che aiutano a smettere, ma solo cerotti dalla dubbia utilità e qualche fantomatico magnete per l’orecchio, i fumatori erano soli, preda della loro tremenda paura di rimanere a secco! 

Il periodo delle sigarette introvabili durò circa due mesi

Il periodo delle sigarette introvabili, durò dai primi giorni del Novembre 1992 fino alla fine di Dicembre dello stesso anno.

Sembra una storia surreale, ma un bel giorno, all’improvviso, le sigarette sparirono dagli scaffali dei tabacchini. I dipendenti del Monopolio di Stato decisero di scioperare, poiché contrari alla trasformazione in S.p.A. dell’azienda, fino a quel momento gestita dallo Stato in regime di monopolio appunto. 

In un primo momento la notizia dello sciopero non suscitò troppo interesse, passando quasi inosservata, ma ci si accorse ben presto dell’assenza delle sigarette dagli scaffali dei tabaccai di tutta la Nazione. 

C’è chi fece scorta e chi speculò

Ci fu il delirio. Molti fumatori fecero scorta, comprando il maggior numero di pacchetti possibile, complice il timore di fare i conti con i tempi bui che si stavano delineando. 

C’è chi fu solidale con altri fumatori, aiutando ove possibile, procurando qualche sigaretta o pacchetto qua e là, c’è chi trovò l’occasione giusta per smettere, per specularci sopra o entrambe.

La tanto temuta crisi delle sigarette divenne realtà, e in poco tempo i magazzini del Monopolio di Stato fermarono la distribuzione delle bionde, chiudendo i rubinetti alle 60 mila rivendite di tabacchi italiane, facendo precipitare l’Italia nel sonno della ragione, un salto indietro ad una sorta di era del proibizionismo, dettato da regole economiche piuttosto che morali.

Le prime a diventare introvabili furono le marche internazionali più blasonate, come le Marlboro e le altre della Philip Morris, rimasero sul mercato le marche considerate meno celebri ed apprezzate come le Pack, le N80, le Alfa o le Milde Sorte. 

La crisi di astinenza si fece sentire 

Un fumatore in crisi di astinenza avrebbe fatto di tutto pur di fumare, come approvvigionarsi di sigarette che non avrebbe mai acquistato in circostanze normali, recarsi presso sperduti paesini di montagna, a centinaia di chilometri di distanza, dove magari erano rimaste più sigarette; ma anche li non si poteva fare incetta, ad ognuno veniva venduto non più di un pacchetto e da lì si faceva presto a trovare un escamotage per aggirare il tabaccaio di turno. 

C’era gente per bene chi si addentrava in quartieri malfamati con il solo fine di trovare sigarette di contrabbando, con l’alto rischio di venire aggrediti e derubati del sacro graal. Qualcuno si adattava e fumava, ove possibile, il trinciato ma anche miscele di erboristeria. 

Questa era la situazione che accomunava un po ‘ tutta Italia. I più fortunati che avevano amici residenti all’estero invece se le facevano spedire.

Il contrabbando ebbe una impennata pazzesca

Non si trattava certo di un un nuovo fenomeno, ma il contrabbando fu il vero affare di quei mesi, che fruttò miliardi alla criminalità organizzata. 

Un pacchetto che di base aveva un costo di 2500 lire, poteva arrivare a costare 4 mila lire. Più lo sciopero andava avanti più il prezzo aumentava, si arrivò addirittura a 10 mila lire al pacchetto, ma anche a 50 mila per un pacchetto di Marlboro. 

Cifre incredibili se si pensa che stiamo parlando di oltre 30 anni fa. Ma è chiaro che il costo di un bene cresce parallelamente alla sua domanda e scarsità. Il fianco era completamente scoperto!

Il dramma dei fumatori 

I fumatori non trovavano pace, provati nel fisico e nello spirito. Lo sciopero non cessava e la bomba sociale era dietro l’angolo. Cresceva il malcontento e i tabaccai minacciavano di licenziare tremila persone, lo Stato e i sindacati non trovavano lo straccio di un accordo e intanto i tabagisti erano persino disposti a salire in auto e andare all’estero per approvvigionarsi delle tanto amate bionde

I militari della Guardia di Finanza dovevano contrastare il mercato nero dei contrabbandieri e nel contempo andare a Roma a lavorare al posto degli scioperanti pur di far ripartire la macchina inceppata che costava allo Stato più di 25 miliardi di lire ogni giorno!

PalermoViva: Fonti archivistiche tratte da Repubblica.it

L’astinenza giocava brutti scherzi! A volte metteva a repentaglio amicizie di vecchia data, rapporti di parentela, creava insonnia e agitazione. In molti giravano le città tutta la notte come tossici in cerca di una dose. 

Nei giorni della crisi era sconsigliato farsi vedere fumare in pubblico, poiché chiunque te ne avrebbe chiesto una.

Solo dopo la metà di Dicembre del 1992 la situazione cominciò a tornare alla normalità un pò in tutta Italia, le sigarette tornarono pian piano sugli scaffali delle tabaccherie e dopo le prime file per il rancio, la situazione tornò quella di sempre e tutti poterono accedere nuovamente alla propria dose di nicotina quotidiana. 

Se il problema delle sigarette introvabili fosse durato un mese in più, avrebbe a mio avviso, messo a repentaglio il già precario equilibrio sociale del Paese; e probabilmente adesso staremmo raccontando un’altra storia, forse più triste e cruenta.

In molti hanno approfittato di questa vicenda per smettere definitivamente di fumare, altri invece hanno incrementato la dose o cambiato oggetto del desiderio.