Quando sentiamo la parola hamburger, l’immagine che si proietta nella nostra mente è quella di un succulento panino farcito con carne macinata, lattuga, pomodoro, formaggio, e una varietà di salse.
Tuttavia, una domanda sorge spontanea: perché si chiama hamburger se non contiene prosciutto? In inglese Ham significa prosciutto! La risposta a questa curiosità linguistica ci porta in un viaggio affascinante attraverso la storia culinaria e migratoria tra Europa e America.
Il passaggio dalla bistecca al panino
Hamburger è un termine che si riferisce esclusivamente alle persone provenienti da Amburgo, in Germania. Per comprendere l’etimologia della parola hamburger, dobbiamo iniziare proprio dalla città tedesca, Hamburg appunto.
Nel XIX secolo, Amburgo era uno dei principali porti di imbarco per gli emigranti tedeschi diretti negli Stati Uniti. Con loro, questi emigranti portarono anche le loro tradizioni culinarie, una delle quali era l’Hamburg steak (bistecca di Amburgo).
La storia della città si lega indissolubilmente con quella della carne bovina pregiata e, secondo il libro di Andrew F. Smith, Hamburger: A Global History, la carne bovina di Amburgo era un costoso cibo gourmet nel XIX secolo.
La bistecca di Amburgo era un piatto composto da carne di manzo macinata, spesso mescolata con cipolle e spezie, e poi modellata in una sorta di polpetta o una fetta che veniva cotta.
La diffusione negli Stati Uniti
Quando i tedeschi emigrarono negli Stati Uniti, portarono con sé le loro ricette tradizionali. La bistecca di Amburgo fu una di queste e iniziò a essere servita nei ristoranti statunitensi, soprattutto nelle aree con un’alta concentrazione di immigrati tedeschi. L’hamburger iniziò a guadagnare popolarità a livello nazionale grazie alla crescente urbanizzazione e alla diffusione dei chioschi di cibo veloce. Negli anni ’20, l’apertura di White Castle, antica catena di fast food negli Stati Uniti, contribuì enormemente alla standardizzazione e alla commercializzazione degli hamburger.
Questo piatto divenne rapidamente popolare, in particolare tra i lavoratori che apprezzavano cibarsi con un pasto sostanzioso e veloce. Uno dei modi più popolari di preparare la carne fresca di Amburgo era tagliarla, condirla a farne delle polpette, ma questa avrebbe dovuto essere utilizzata subito, e questo come si legge nel libro si Smith:
La trasformazione in panino
Il passaggio dalla bistecca di Amburgo all’hamburger come lo conosciamo oggi, avvenne agli inizi del XX secolo. Il merito di questa trasformazione viene oggi attribuito a diversi personaggi e luoghi negli Stati Uniti, ognuno dei quali ha contribuito a perfezionare e promuovere il concetto del panino con carne macinata.
In effetti non è chiaro su chi sia stato il primo a mettere l’Hamburger steak nel panino creando così il moderno hamburger. Spesso però le bistecche di hamburger venivano servite con il pane e quindi va da sé che in molti abbiamo optato per metterlo direttamente in mezzo al pane. E quasi una conseguenza naturale.
Una delle storie più note riguarda Charlie Nagreen, detto anche Hamburger Charlie, un giovane venditore ambulante di Seymour, Wisconsin. Nel 1885, Nagreen iniziò a vendere polpette di carne macinata schiacciate tra due fette di pane durante una fiera. Questa idea permetteva ai clienti di mangiare la carne mentre camminavano, rendendola un’opzione pratica e veloce.
Altri pretendenti al titolo di inventore dell’hamburger includono i fratelli Frank e Charles Menches di Akron, Ohio, che sostengono di aver creato il panino durante una fiera nel 1892, e Oscar Weber Bilby di Tulsa, Oklahoma, che nel 1891 avrebbe servito il primo hamburger su un panino di lievito.
Ma allora che cosa c’entra il prosciutto?
Negli anni 30 gli americani avevano già iniziato a chiamarlo hamburger anche se non contiene prosciutto. Ma il termine in inglese potrebbe essere fuorviante e la radice ham potrebbe fare presupporre ai nativi la presenza di prosciutto all’interno di essi.
Invece nulla di più sbagliato e oggi l’intera parola hamburger è diventata la radice per varianti come il cheeseburger che comparve nei documenti scritti più o meno nello stesso periodo, seguito da vegeburger, negli anni ’40 (oggi veggie).
In pratica a causa di questa contraddizione linguistica gli hamburger sono stati spesso dissociati dalla loro città natia.
E’ dunque appurato che si tratta di hamburger anche se non contiene prosciutto. Certo che nessuno ti impedirà di metterlo, tra l’altro né esistono a bizzeffe e con mille varianti locali. La prossima volta che addentate un hamburger, ricordate che state partecipando a una tradizione che affonda le sue radici nella storia e nella cultura di due continenti.