La lettera di referenze detiene sempre il primo posto, anche se i social network rappresentano un importante strumento per conoscere i candidati. Secondo una delle maggiori società di recruiting italiane la Milano Executive Search, la lettera di referenze è per il 55% degli imprenditori oggetto di indagine, al primo posto come strumento per conoscere i candidati e sostituisce i classici test psicoattitudinali.
Lettera di referenze: l’indagine su 300 imprenditori
Il mondo del lavoro ha certamente subito uno scossone nell’ultimo anno cosi come le modalità. Molti cosiddetti lavori d’ufficio hanno optato per la modalità in remoto, che non amo definire smartworking anche se è uno degli pseudoanglicismi che ha preso felicemente posto nel cuore degli italiani.
Ciò che è cambiato non è solo il lavoro ma anche le modalità nella selezione del personale, sono nate nuove opportunità professionali, proprio come quelle legate al mondo della comunicazione digital. Tuttavia da un anno a questa parte molte persone si sono ritrovate senza lavoro, oppure hanno dovuto rimettersi in gioco, ripensando e riorganizzarndo la propria carriera.
Conoscere meglio gli strumenti ai quali si affidano i recruiters può essere di aiuto, per trasformare le sfide in opportunità e evitare il tanto gettonato le faremo sapere, che il realtà è più un addio che un arrivederci.
Come dicevamo, Milano Exe ha realizzato una indagine su un campione di 300 imprenditori. Il 55% considera la lettera di referenze il migliore strumento per conoscere la storia professionale dei candidati. Uno strumento che risulta più efficace rispetto ai social network, infatti il 41% degli imprenditori intervistati sostiene di esaminare spesso il profilo LinkedIn dei candidati, considerata anche la natura di LinkedIn, un social che nasce per sviluppare contatti professionali. Meno gettonati Facebook, Twitter e Instagram con il 23%.
Tuttavia questi social potrebbero essere utili a capire come un candidato si rapporta in un contesto sociale e di confronto con il prossimo.
Quali sono le cosiddette soft skills tanto care ai recruiters?
La gestione dello stress e la deontologia sono dei pilastri imprescindibili
- Saper fa fronte a situazione impreviste e di forte stress al 74%.
- Rigoroso rispetto dell’etica professionale 69%.
- Flessibilità oraria 65%.
- Capacità di organizzare il proprio lavoro in autonomia 48%.
La lettera di referenza deve essere coerente con il profilo del candito e circa un imprenditore su due verifica l’attendibilità delle referenze dei candidati prima dell’assunzione, contattando il precedente datore di lavoro, rivolgendogli domande inerenti al suo rendimento, al suo approccio e al rispetto dell’etica professionale.
Prima della pandemia i colloqui si svolgevano di persona e dunque era più semplice valutare l’idoneità dei candidati, sottoponendogli dei test psicoattitudinali per comprendere la loro reazione allo stress.
Andrea Polo, CEO& Founder di Milano EXE precisa che:
Questi stratagemmi venivano utilizzati in circa il 38% dei colloqui per figure con esperienza. Oggi viene fatto tutto a distanza e queste strategie sono difficili da mettere in atto, per questo sono state sostituite dalla lettera di referenze firmata da precedenti datori di lavoro o colleghi, ma anche dall’analisi del profilo pubblico online del candidato, LinkedIn in primis”.