Riportare a galla storie e aneddoti che riguardano i grandi brand è una delle nostre passioni più grandi. L’Omino Michelin, noto affettuosamente come Bibendum, fa la sua prima comparsa nel 1894 e ancora oggi in pochi sono più riconoscibili di lui. Con il suo sorriso rotondo e la sua sagoma distintiva, è molto più di un semplice simbolo aziendale. Quello che potrebbe sembrare un semplice personaggio antropomorfo è in realtà un’icona che ha un suo perchè, e rappresenta non solo un marchio di pneumatici, ma anche una storia affascinante di innovazione e cultura gastronomica.
L’origine dell’Omino Michelin e degli pneumatici bianchi
All’epoca della prima apparizione dell’Omino Michelin, i pneumatici in gomma erano naturalmente bianchi. Questo dettaglio apparentemente insignificante è fondamentale per comprendere l’estetica di Bibendum. La sua “pelle bianca” rifletteva la natura degli pneumatici usati all’epoca, che venivano realizzati senza l’aggiunta di sostanze chimiche al carbonio.
Fu solo nel 1912 che gli pneumatici cambiarono colore, passando dal bianco al nero. Questo non era certo dovuto a ragioni puramente estetiche, piuttosto a una trasformazione strutturale. L’introduzione di sostanze al carbonio rese gli pneumatici più resistenti e duraturi, è ciò permise di migliorarne la resa e le prestazioni su strada.
Dallo pneumatico alla ristorazione: il ruolo della Michelin
La storia dell’Omino Michelin non si limita alla produzione di pneumatici, ma si estende anche al mondo della ristorazione. Nel 1926, la Michelin iniziò a pubblicare guide gastronomiche per aiutare gli automobilisti a trovare buoni posti dove mangiare, nel corso delle loro rotte.
Questo ovviamente non era solo frutto di un buon proposito, ma una mossa strategica per promuovere l’uso delle automobili e, di conseguenza, aumentare la domanda di pneumatici.
Ancora oggi le guide Michelin utilizzano un sistema di recensione a stelle per valutare i ristoranti, che va da una a tre stelle. Ogni stella rappresenta un livello di eccellenza culinaria e un’esperienza gastronomica unica, benché oggi non tutti i ristoranti aspirino a ricevere le stelle.
Numerosi Chef oggi perferiscono mantenere un approccio più informale alla cucina, senza dover per forza seguire i rigidi stardard imposti negli anni e che spesso e volentieri generano parecchia pressione su questa figura professionale; ricordate il film Il sapore del successo? Laddove gli Chef considerati alla stregua di divinità dovevano attraversare dei momenti tutt’altro che idilliaci per ottenere le tanto agognate stelle Michelin, rimettendoci la salute psicofisica!
Ad ogni modo ecco il significato delle stelle Michelin:
Questo sistema di valutazione sicuramente fornisce agli amanti del cibo un riferimento affidabile per scoprire e sperimentare cucine straordinarie di tutto il mondo, ma di sicuro non è né il solo né il più affidabile oggigiorno. Vale anche da voi il detto de gustibus non est disputandum?