Youtube oggi offre ad artisti e a semplici utenti l’opportunità di vivere un’esperienza di “regresso estatico” e di escursioni temporali in esotiche sacche di stranezza culturale, come ci spiega sapientemente Simon Reynolds, uno dei più importanti critici musicali del mondo. Seguendo il modello di personalità del calibro di Lopatin e Muhly, (ma gli esempi sono davvero tanti, se consideriamo il corto circuito tra: cinema, narrativa, fumetti, videogames e musica) possiamo notare come per le nuove generazioni, attingere dal passato sia diventato estremamente semplice, immediato e diretto.
Un po’ come se il concetto di tempo si fosse cristallizzato, per merito di una videoteca e mediateca virtuale dove ciascuno riesce ad attingere liberamente. Lopatin ha utilizzato l’analogia degli archeologi che si imbattono in una civiltà perduta:
Ci avviciniamo alle rovine e cerchiamo i simboli sulla parete. Cerchiamo di ricostruire il profilo della cultura, gli obiettivi. Questi geroglifici sono una finestra su una data cultura, che possiamo aprire e consultare a nostro piacimento, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo ci troviamo.
Lopatin e Muhly ci offrono una chiave per comprendere Youtube e il nostro quotidiano digitale
Piccole immagini di attività quotidiana, tutto si può visionare e cercare su Youtube e su questo genere di video-realtà presente oggi sul web. Youtube è dunque il simbolo ideale per una immaginifica banca iconografica della nostra civiltà, il caveau della realtà e in qualche caso anche dell’immaginazione presente, passata e forse anche futura come sostiene Simon Reynolds nel suo libro Retromania: Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato.
Accodandoci a questo ragionamento, tra mille anni YouTube potrebbe venire considerato alla stregua degli antichi geroglifici egiziani. In buona sostanza si tratta del nostro inventario e del nostro immaginario collettivo espanso e condiviso.
Youtube è uno strumento tutt’altro che scontato, può fungere da portale per una dimensione temporale presente e passata, che può mostrarci anche una via per la creatività, per studiare fenomeni a noi lontani, per capire cosa sta accadendo in Russia, in Cina, in Indonesia e così via.
Il Nuovo Mondo rappresentato da Youtube
Youtube sembra quasi un nuovo continente emerso dal mare dei dati, un Nuovo Mondo costantemente allargato dalla quantità di cultura che vi viene ficcata dentro: immagini e informazioni utili, audio e video da ogni angolo del pianeta e da ogni nicchia del nostro passato e, sempre più spesso, del passato di tutte le culture straniere.
Ecco perché oggi la distanza culturale tra un utente spagnolo, italiano, scandinavo o nordamericano si riduce e si assottiglia, giorno dopo giorno. Naturalmente questo concetto vale per gli utenti attivi e per chi naviga sul web o fruisce di servizi di streaming video, di cloud gaming, di abbonamenti a testate di informazione, di svago, relax e di lifestyle.
Chi vive e carica contenuti sul web ha una visione differente, rispetto a quelle persone che sono ancora affezionate ai media tradizionali come: TV, radio e giornali cartacei. Tornando però al caso di Youtube bisogna capire come l’aspetto fondamentale dei “viaggi nel tempo” sia legato al fatto che ci si muove orizzontalmente, all’interno di un piano spazio-temporale di natura archivistica come ci ricorda Reynolds.
Non è perciò esagerato affermare che lo spezzone di un varietà lituano del 1971 di un brano pop stile Tom Jones con ragazze in bikini, potrebbe in realtà essere stato appena girato a Chicago, Londra, Madrid o Berlino.
Internet mette a fianco passato, presente ed esotismo
Grazie a internet, passato remoto e presente esotico, vengono collocati fianco a fianco. Il fenomeno del deepfake, tecnica per la sintesi dell’immagine basata su AI, ha accelerato questo processo e anche il dibattito circa ChatGPT, vero e proprio trend topic del 2023, è sempre più acceso.
In mezzo ci sono poi fenomeni di nostalgia e revival come il collezionismo discografico, i memorabilia degli anni Settanta e Ottanta, del secolo scorso, il fenomeno del retrogaming e quello del cosplayer, che tendono a rendere tutto un po’ confusionario, dispersivo, certamente frammentario.
Il concetto stesso di postmodernismo, oggi ha perso di significato e non è un caso se, dando una occhiata alle uscite Netflix, si possa incappare in prodotti che sono a metà strada tra Stranger Things, Black Mirror e il cinema per ragazzi in forte debito verso Steven Spielberg, Joe Dante e John Hughes.
Conclusione
Un revival che ci coinvolge tutti, nostalgici, attualisti e modernisti. Le differenze diventano e saranno sempre più labili, visto che con un semplice Smartphone o un iPhone è possibile girare un videoclip, che attraverso l’utilizzo di filtri e di app pre impostate, è capace di ricreare un effetto video capace di confondere anche chi gli anni Ottanta e Novanta li ha vissuti per davvero.
Sfidiamo chiunque a provare un simulatore di giochi arcade e a capire la differenza tra il software di un cabinato e una app capace di ricreare un arcade che pensavamo fosse perduto nella memoria della nostra adolescenza. Del resto per il settore dei giochi, il revival non si è mai concluso del tutto, si pensi ad esempio alle possibilità dell’intrattenimento online capaci di ricreare il perfetto climax tra passato e futuro, nostalgia e voglia di modernità sotto il profilo grafico e audiovisivo.
Pezzo ispirato dalla lettura Retromania. Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato di Simon Reynolds.