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Alcune curiosità su Andy Warhol

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Jimmy Carter with Andy Warhol during a reception for inaugural portfolio artists. 06/14/1977. National Archives and Records Administration, Public domain, via Wikimedia Commons

Oggi voglio parlarvi di alcune curiosità su Andy Warhol. Warhol è considerato uno dei più influenti artisti del XX secolo e ha lasciato un’impronta duratura sulla cultura popolare e sull’arte contemporanea.

Artista, cineasta e icona culturale americana, fu una figura di spicco e padre del movimento Pop Art degli anni ’60, caratterizzato dall’uso di colori brillanti e immagini popolari riprodotte in serie attraverso tecniche di stampa come la serigrafia.

Tra le sue opere, come dimenticare le celebri lattine di zuppa Campbell’s e le ritrattistiche serie di Marilyn Monroe e Elvis Presley. Ha anche diretto diversi film, incluso il celebre Chelsea Girls del 1966.  

Ha creato la sua prima serigrafia su tela nel 1962, raffigurante 100 banconote da un dollaro sovrapposte l’una sull’altra. Questa tecnica gli permise di produrre opere d’arte in serie in modo più efficiente.

Alcune curiosità su Andy Warhol che forse non conoscevi

Prese le prime lezioni d’arte dalla madre, ma era costretto a letto

A soli otto anni venne colpito dalla corea che comporta una serie di problematiche di ordine neurologico. Warhol era affetto da una malattia della pelle chiamata corea di Sydenham, che gli causava spasmi muscolari involontari. Questo potrebbe aver influenzato il suo stile artistico e il suo interesse per la ripetizione.

La malattia lo costrinse a rimanere nel letto, laddove la madre gli impartì le prime lezioni d’arte. Alla morte del padre il giovane Warhol poté contare su una sovvenzione che gli permise di iscriversi al Carnegie Institute for Technology dove si laureò nel 1949, con un Bachelor of Fine Arts.

Un innovatore con una formazione classica

La sua eccentricità lo portò a scontrarsi spesso con i professori del Carnegie Institute for Technology che non approvavano il suo stile unico e innovativo. Teneva molto alla sua reputazione accademica e fece di tutto per farsi apprezzare. Dopo gli studi ne uscì fuori un artista raffinato e di successo. Viaggiò in tutti i continenti, ciò lo aiutò a capire che le sue ambizioni artistiche non erano solo di stampo commerciale. Ed è qui che inizia a creare lo stile iconico che oggi noi tutti conosciamo.

Warhol non era originario di New York

Figlio di genitori slovacchi era nato e cresciuto in un piccolo quartiere di Pittsburgh. Era di religione cattolica bizantina, oggi è sepolto nel cimitero cattolico bizantino di San Giovanni Battista a Bethel Park, in Pennsylvania, un omaggio alla sua eredità artistica e alla sua religione.

Ma nonostante le sue origini, fece della Grande Mela la sua casa. A New York visse la maggior parte della sua vita, una città che lo influenzò profondamente.

Rifiutava il sistema

Uno dei suoi pezzi più famosi, intitolato Marilyn Diptych è diventato l’emblema della Pop Art. Ha utilizzato un’immagine esistente, ciò significa che non ha né disegnato l’immagine, né scattato la foto. La foto utilizzata la prese in prestito da un comunicato stampa dell’epoca. Per chi se lo stesse chiedendo, le regole del copyright non erano ferree come oggi.

La foto non era di sua proprietà e lui non fece niente per renderla perfetta. Ma è qui che viene evidenziato tutto il suo rifiuto per l’arte convenzionale.

Alcune delle Marilyn colorate sono più spente mentre quelle in bianco e nero risultano distorte, per questo possiamo affermare che Warhol nonostante la sua apparente semplicità, si trovasse a metà strada tra genio artistico e modificatore creativo, ma questa più che essere una delle curiosità su Andy Warhol è una certezza assoluta.

La Factory tra arte e intrighi sessuali

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare della sua Factory di New York. Un luogo ambito, una sorta di circolo culturale dove passarono: artisti, musicisti, pornostar, drag queen e tossicodipendenti.

Tra i personaggi più celebri che affollavano le stanze della sua Factory ricordiamo: John Lennon e Yoko Ono, Liza Minnelli, David Bowie, Mick Jagger, Madonna, Lou Reed. A proposito di Lou Reed, proprio la sua canzone più famosa Walk on the Wild Side, fa riferimento a eventi e ospiti della Factory, o meglio il bizzarro entourage con il quale era entrato in contatto ai tempi dei Velvet Underground.

Warhol era noto per la sua esuberante vita sociale e le feste sfarzose. La Factory, non era solo un punto di incontro per artisti, musicisti e celebrità ma fu anche il luogo dove furono girati molti dei suoi film. I suoi film si concentrano sugli intrighi sessuali, tra cui Harlot (1964), The Nude Restaurant (1967) e Blue Movie (1969).

Intelletto e intrighi sessuali ma era ancora vergine a 58 anni

Forse è una delle curiosità su Andy Warhol che ti lascerà di sasso. Nonostante una gran parte della sua arte risulti piuttosto sessualizzata e la sua personalità aperta e poliedrica, Warhol non aveva mai fatto sesso. Questa è una delle indiscrezioni venute fuori dopo la sua morte. Pare che tenesse sempre con sé un rosario e un libro di preghiere accanto al suo letto. Inoltre una delle sue ultime opere fu una riproduzione pittorica dell’Ultima Cena prodotta in circa cento copie e della quale non fu mai totalmente soddisfatto.

Era parte integrante della cultura drag

Negli anni ’60, le drag queen non erano ancora state sdoganate, così Warhol affascinato da tali figure iniziò a pensare a loro in un modo nuovo, come nessuno aveva mai fatto prima di quel momento.

Viste come mostri da una certa cultura conservatrice, intollerante e bacchettona, Warhol le fece diventare icone di quel movimento artistico che prendeva piede alla Factory. Ha portato le drag della periferia al nuovo e lussureggiante mondo dell’arte.

Tentarono di ucciderlo

Nel 1968, Warhol venne colpito da alcuni colpi di pistola sparati da Valerie Solanas, una femminista radicale che aspirava alla distruzione del governo degli uomini. Aveva frequentato la Factory per ragioni artistiche.

Warhol aveva la scorza dura e sopravvisse all’attentato, ma riportò gravi lesioni fisiche e psicologiche. Negli anni 60, la Solanas si rivolse ad Andy Warhol con una sceneggiatura per Up Your Ass, che poi non si capì se fosse stata persa o rubata.

Ma ad ogni modo Warhol la scelse per il suo film I, A Man. Tuttavia alla fine degli anni 60 la Solanas iniziò a diventare paranoica e a dare di matto e il 3 giugno del 1968 entra nella Factory e spara all’artista. In seguito si costituì e le venne diagnosticata una grave forma di schizofrenia paranoica.

Ci ha lasciato La Andy Warhol Foundation for the Visual Arts

Morì il 22 febbraio 1987, e questa fu una durissima perdita per il mondo dell’arte che lo aveva riconosciuto come un innovatore. Ha lasciato in eredità alcuni oggetti alla sua famiglia, ma la maggior parte del suo patrimonio è stato donato alla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, istituita per favorire la crescita e lo sviluppo delle arti creative.

Oggi la fondazione sovvenziona gli artisti che desiderano esporre le proprie opere. Warhol ha continuato a svolgere un ruolo nelle arti anche molto tempo dopo la sua morte. Dalla sua creazione la fondazione ha infatti guadagnato circa 280 milioni di dollari in sovvenzioni in contanti negli Stati Uniti e ha donato pezzi d’arte a oltre 322 istituzioni nel mondo.

I diari di Warhol

A chiudere il cerchio delle curiosità su Andy Warhol, dobbiamo fare cenno al suo diario personale.

Dopo aver sfiorato la morte, Warhol diventò una persona più riflessiva e riservata fino ad avere comportamenti ossessivi, inoltre pare avesse dei problemi finanziari che non gli facevano dormire sonni tranquilli. Così, iniziò a scandire e classificare tutti i momenti della sua vita in tre modi: il banale, il semi-importante e l’assolutamente irrilevante.

Aveva assunto degli assistenti per trascrivere tutte queste piccole informazioni quotidiane in 3.400 nastri. Nel 1987, una parte di queste trascrizioni fu pubblicata su The Warhol Diaries.

Gli eventi descritti nel diario dell’artista coprono poco più di un decennio e vanno dal 24 novembre 1976 al 17 febbraio 1987, per poi terminare pochi giorni prima della sua morte.

Tuttavia gli editori hanno optato per dei tagli, creando un libro di circa 800 pagine su oltre 20.000 del materiale originale.

Alcune foto di Andy Warhol sono in vendita su Ebay

Con prezzi che vanno dai 100 ai 24.000 dollari la raccolta include fotogrammi dello stesso Warhol, ritratti di celebrità come Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, ma anche ritratti di rock star dell’epoca, come Ozzy Osbourne e Debby Harry di Blondie.

La collezione racchiude scatti d’azione di artisti famosi, come quello in cui è ritratta la fotografa di Rolling Stone Annie Leibowitz che prepara uno scatto di Tom Petty mentre sale sul palco negli anni 80. Il proventi andranno a finanziare la Andy Warhol Foundation per il progresso delle arti visive.

Warhol una volta ha dichiarato:

In futuro, tutti saranno famosi per quindici minuti…

Che dite ci ha azzeccato?

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