Home Costume e Società Myspace il primo vero social media: nostalgia canaglia!

Myspace il primo vero social media: nostalgia canaglia!

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Myspace è stato quel social media che tutti abbiamo avuto e che abbiamo amato profondamente. Ha compiuto 21 anni il primo agosto 2024.

Forse i più giovani quelli nati proprio nella seconda metà dei 2000 non lo ricorderanno affatto, ma chi lo ha vissuto non può che esserne un nostalgico

Myspace era quel social media che usciva dal classico modo di chattare anonimamente, quel social attraverso il quale abbiamo iniziato ad esporci, a mostrare la nostra identità personale o artistica mettendoci letteralmente in vetrina

Myspace come luogo virtuale e customizzabile 

Un social personalizzabile con colori, foto e musica e che ci dava modo di condividere gusti, passioni ed esperienze di vita. E’ stato il precursore di tutti i social media che siamo soliti utilizzare quest’oggi. 

Gli smartphone non esistevano e quindi non passavamo le giornate a scrollare contenuti, sul web; avevamo il laptop o il nostro pc di casa e ovviamente non stavamo sempre e comunque online, avevamo ancora una vita fuori dalla rete! Non avevamo ancora svenduto la nostra privacy, ma da lì a poco sarebbe successo. 

30 milioni di utenti mensili per Myspace, un social che nasceva nel 2003 quando Facebook, Instagram o Twitter erano probabilmente ancora idee embrionali. Se ad oggi il suo funzionamento può apparire obsoleto, per noi giovani degli anni 2000 non era affatto scontato. In Italia si contavano 4500 nuovi profili al giorno, una media di uno ogni 5 secondi e i gruppi musicali italiani iscritti erano più di 70 mila! In Italia era così amato che il tempo medio trascorso su myspace di un utente italiano era di 64 minuti al giorno, contro i 39 minuti degli utenti americani. 

Tom Anderson e Chris DeWolf furono le menti dietro il progetto Myspace, (tutti avevano tra i propri amici Tom) che ebbe un successo pressoché immediato, tanto che nel 2005 parte della società venne ceduta a Intermix Media, di proprietà del magnate Rupert Murdoch, che la acquistò per 580 milioni di dollari.  

Il suo funzionamento

Gli utenti potevano condividere, foto, video, contatti e musica. Ogni utente aveva a disposizione due tipi di profilo, quello personale o artistico/aziendale. 

Attraverso il profilo artista era possibile accedere a diverse funzionalità, come la gestione della propria musica inedita

Mi ricordo che con la mia band potevamo caricare le nostre produzioni in un player che contava anche gli ascolti degli utenti. Letteralmente una meraviglia, per noi figli delle musicassette

E’ stato il primo social con cui potevamo condividere gli eventi organizzati nei live club e la possibilità di scrivere dei blog post, un po’ come oggi vengono utilizzati gli status sui social di proprietà Meta. 

L’add da parte degli artisti famosi 

Avevamo la possibilità di seguire, anzi aggiungere ai nostri contatti anche gli artisti famosi, e quando capitava che questi accettassero la tua richiesta e ricambiassero era un motivo di grandissimo orgoglio. Erano loro in prima persona a gestire i profili e sognare era ancora gratis! 

Inoltre potevi mostrare la tua TOP list di amici, fino a 32 nella tua home page tra amici e band. E questo già poteva dare un’immagine chiara dei tuoi gusti e/o di quelli del tuo potenziale interlocutore. 

La musica era il leitmotiv di questo social ecco perché lo ricordiamo con tanta nostalgia; nostalgia di un tempo, forse, in cui tutto era più genuino e meno artefatto, le conversazioni avevano ancora una dimensione umana, dove no less is not better, non si andava sui social a cercare lo scontro o diffamare il prossimo, usanza che oggi pare sport nazionale. Al centro la cultura musicale e la voglia di novità e un san desiderio di socialità.

Non sto piangendo mi è solo entrato un Tom Anderson nell’occhio!

Dal punto di vista tecnico era super versatile per l’epoca

Basti pensare che i template erano intercambiabili ed esistevano dei siti che offrivano template customizzabili come pimpmyprofile. Con una conoscenza base di html potevi veramente creare un prodotto personalizzato, colori, font, immagini, sfondi. Non mi feci pregare!

Tutti speravano di diventare famosi attraverso Myspace, perché è stato il primo modo per affacciarsi al mondo attraverso la propria musica. Ci sono band ancora attive nel panorama internazionale che sono diventate famose attraverso questa piattaforma come: Arctic Monkeys che grazie al loro disco d’esordio riuscirono ad ottenere una fanbase di dimensioni ciclopiche, così come Adele e Mika.

Incarnava un mix di Instagram, Facebook, Reverbnation e Sound Cloud

Sarebbe potuto diventare il top del top, ma dal 2011 la situazione precipitò. Facebook era già nato e Myspace non poteva competere, non riuscendo a stare al passo con gli aggiornamenti. 

Tom Anderson prese le distanze dalla società per divergenze con la proprietà Murdoch, probabilmente più dedita alla speculazione piuttosto che all’innovazione. 

Nonostante qualche timido e fallimentare tentativo di restyling in cui era possibile creare la propria radio (a che pro? dico io), fino alla cancellazione involontaria di 12 anni di musica che ha suonato il definitivo de profundis della piattaforma.

Ma forse nonostante la nostalgia canaglia è meglio riporre Myspace nel cassetto dei ricordi, anche perchè con tutta la gazzarra dei social odierni faticherebbe a stare al passo, in un mondo in cui l’utente medio è uno scrollone patologico.

Potremo inventarci di tutto, ma niente sarà come Myspace!