Anche se noi italiani ci lamentiamo spesso delle imposte che ci tocca pagare, le tasse più strane del mondo appartengono ad altre realtà culturali. Quello che stai per leggere potrà divertirti o farti storcere il naso, perché alcune tasse colpiscono non solo i cittadini ma anche i turisti di passaggio. Comunque andrà, avrai una storia da raccontare ai tuoi amici. Andiamo con ordine e partiamo dai Paesi a noi più vicini, geograficamente parlando.
Romania: la tassa sulla stregoneria
In seguito alla crisi che ha colpito il Paese nel 2011, la stregoneria, per molti è diventata un business e come ogni business che si rispetti andrebbe tassato. Detto fatto! Perché il Ministero delle Finanze romeno ha imposto la tassazione anche ai mestieri che in passato non erano riconosciuti ufficialmente dal Governo. Tra questi figurano: cartomanti, astrologhi e maghi che sono costretti a pagare il 16% di imposte sul proprio reddito. Se fossi un attuale membro del Governo romeno probabilmente mi toccherei… toccherei ferro ecco!
In Svezia il nome di tuo figlio deve venire approvato dall’Agenzia delle Imposte
Non è una legge nuova di zecca, infatti è stata varata quarantuno anni fa, nel 1982, per impedire che ai bambini potessero essere dati dei nomi offensivi e/o che creassero malintesi, confusione o imbarazzo. Quindi se decidete di farvi una famiglia in Svezia sappiate che l’Agenzia delle Imposte deve approvare il nome di vostro figlio/a prima che compia 5 anni.
Se il nome non rispetta gli standard richiesti, i genitori rischiano una sanzione che può arrivare fino a 5000 mila corone, che corrispondono a circa 500 euro. Pare che l’Agenzia abbia rifiutato nomi come Ikea (pericolo di confusione) o Allah (pericolo di reato religioso).
Una coppia per protesta, ha probabilmente calcato dei tasti a caso sulla tastiera del PC e ha chiamato il proprio figlio Brfxxccxxmnpcccclllmmnprxvclmnckssqlbb11116, l’istanza, neanche a dirlo è stata rigettata, ma pare che i nomi di due bambini Google e Lego siano stati approvati. Una delle più strane tasse del mondo, ma anche tra le più chiacchierate.
Vuoi usare i social? Fai pure ma in Uganda ci paghi le tasse!
Voliamo in Africa e più precisamente in Uganda. Per fortuna il Paese al momento pare godere di una certa stabilità, ma da loro ci sono delle tasse di cui noi italiani (drogati di social media) faremmo volentieri a meno. Tuttavia anche i cittadini ugandesi reputano questo tributo come una violazione della libertà di espressione.
Parliamo della tassa su social, perché l’Uganda è stato il primo Paese al mondo ad introdurre questo tipo di tributo. I cittadini ugandesi versano nelle casse dello Stato 200 scellini (5 centesimo di euro) al giorno per poter utilizzare Instagram, Whatsapp, Facebook, Twitter, Tiktok. Non è una cifra irrisoria se si pensa che il PNL pro capite è di 440 USD.
La legge è in vigore dal 1° giugno del 2018 e l’attuale capo di Stato Yoweri Kaguta Museveni sostiene che la tassa è necessaria per contrastare la minaccia del gossip sui social media e che i proventi servono a far fronte alle conseguenze del pettegolezzo. Una questione annosa quella dei social in Uganda, che va ormai avanti dal 2016, con un Presidente che non molla la presa e che già aveva sospeso l’accesso a tutti i social durante le elezioni per paura che fossero diffuse informazioni non veritiere.
Nulla è gratis, neanche l’aria che respiri! Ricordatelo quando sbarchi in Venezuela!
Se pensavate che il Venezuela fosse famoso solo per i peggiori Bar di Caracas vi sbagliate di grosso! Una delle tasse più strane del mondo appartiene al Paese Sudamericano. È proprio a Caracas che pagherete la tassa sul respiro. Si perché presso l’Aeroporto Internazionale di Maiquetia tutti i passeggeri devono pagare questo particolare tributo.
La tassa sul respiro ammonta a 127 Bolivarès che corrisponde a circa 20 euro ed è stata istituita dal Ministero dell’Acqua e del Trasporto Aereo del Venezuela per compensare le ingenti spese sostenute per installare l’impianto di filtraggio dell’aria dell’aeroporto di Caracas. Questo sistema sanifica e deodora l’aria a beneficio di passeggeri, ma anche dello staff aeroportuale. Quindi se sbarcate al Maiquetia, non fate i tirchi, 20 euro alla mano e respirate a pieni polmoni!
Nuova Zelanda: dal 2025 la tassa sulle flatulenze dei bovini
Secondo fonti governative, in Nuova Zelanda l’85% delle emissioni di metano sono dovute ai peti dei bovini! La parte restante invece ad attività agricole. Cosi l’esecutivo guidato dalla premier Jacinda Ardern ha comunicato che entro il 2025 nel Paese i cittadini dovranno pagare una tassa sulle flatulenze dei bovini.
Il dato potrebbe sembravi esagerato ma non lo è affatto se si pensa che la popolazione del Paese è composta da circa 5 milioni di persone a fronte di una popolazione di pecore e bovini che si aggira intorno ai 10-26 milioni di capi. L’obiettivo del Governo neozelandese è ambizioso, zero emissioni inquinanti entro il 2050.
Il problema è più serio di quanto possa sembrare, perché la crescita degli allevamenti intensivi ha causato l’innalzamento del 9% del tasso di emissioni di metano. Anche la FAO evidenzia una situazione critica nel mondo, individuando nel bestiame il responsabile del 10% delle emissioni di gas serra a livello globale.
Anche in Europa nel 2015, la Commissione UE aveva proposto un piano per intervenire sul problema delle flatulenze bovine che non ha trovato il favore dei sovranisti. Secondo recenti studi il metano rilasciato dai bovini inciderebbe tra il 10 e il 18% sulla quantità di gas serra in Europa. Per contrastare questo problema, alcuni paesi hanno imposto il nuovo tributo. La Danimarca ha introdotto la tassa sui bovini, con 100 euro di tassa per ogni mucca.
Dulcis in fundo: la tassa sulle tangenti
È risaputo che negli USA chi evade il fisco non è semplicemente soggetto a sanzione ed al pubblico ludibrio, ma finisce dritto in gatta buia.
Ma sapevate che negli States vengono tassati anche i furti e le tangenti? Avete capito bene, se un cittadino acquisisce del denaro da una attività illegale deve pagarci sopra le tasse. L’IRS Internal Revenue Service pretende che chiunque riceva una tangente o percepisca proventi da attività illegali come lo spaccio di sostanze stupefacenti la dichiari nel proprio reddito e ci paghi le tasse.
Nella dichiarazione annuale andrà posto sotto la voce altri redditi, come da noi una normale prestazione occasionale. Fantastico vero?
Non cambia la musica per quanto riguarda i furti. Se rubi una automobile di lusso ad esempio dovrai pagare una tassa commisurata al valore di mercato dell’auto rubata o comunque dell’oggetto sottratto. Vieni dispensato dal pagamento dell’imposta solo se la refurtiva viene restituita al legittimo proprietario entro l’anno solare in cui è stata sottratta.
Ma attenzione perché se non paghi le tasse e il reato viene scoperto verrai accusato anche di evasione fiscale e dunque la tua destinazione saranno inevitabilmente le patrie galere americane!
Queste a mio avviso sono le tasse più strane del mondo. Ne conosci altre? Segnalamele nei commenti!
Articolo ispirato al pezzo di Eugenio Spagnuolo apparso su Focus.