Con il loro inconfondibile design a forma di sella, tecnicamente definito paraboloide iperbolico, le Pringles sono diventate uno snack onnipresente in tutto il mondo. Lasciando per un momento da parte la discussa salubrità di questo tipi di cibi o la formulazione di prodotti affini, ci vorremmo concentrare sulla nascita delle Pringles, poiché in pochi sanno com’è cresciuto questo iconico brand.
Il Progetto di Frederick J. Baur per la nascita delle Pringles
La storia delle Pringles inizia nel 1956 quando i vertici della Procter & Gamble incaricarono il chimico Fredric J. Baur di dare vita ad una patatina poco unta e poco deteriorabile, che potesse essere venduta ad un prezzo competitivo, incontrando il favore dei consumatori.
Così il chimico ebbe un’idea innovativa, creare una patatina che fosse uniforme sia per quanto riguarda la forma che la dimensione, ideò anche il packaging tubolare; tuttavia non riuscì a soddisfare tutte le richieste di gusto della multinazionale, sicché venne sospeso dall’incarico e destinato a lavorare su un altro progetto.
Siamo negli anni 60, circa dieci anni più tardi dallo smacco subito da Baur e un altro ricercatore della P&G, tale Alexander Liepa, riprese il lavoro strappato dalle mani di Baur e riuscì a migliorare il gusto.
Dunque la forma c’era, il gusto pure! Così le Pringles entrarono in commercio nel 1968 seppur con una produzione modesta, rispetto ai numeri odierni. In principio vennero proposte nello Stato dell’Indiana e nel 1975 raggiunsero una distribuzione pressoché capillare nel resto degli USA.
Il design rivoluzionario complice del successo
Ciò che permetteva di distinguere immediatamente le Pringles da qualsiasi altra patatina sul mercato, era il design rivoluzionario a forma di iperboloidi o sella diremmo noialtri, e questo lo dobbiamo proprio al chimico Baur.
Questo non solo conferiva loro un aspetto unico ma risolveva l’annoso problema delle schegge rotte, tipico delle patatine tradizionali.
La forma studiata di paraboloide iperbolico infatti, consente alla patatina di rimanere stabile e non spezzarsi quando viene inserita nel celebre tubo colorato che oggi noi tutti conosciamo.
La produzione in serie negli anni 70
Dopo il successo iniziale, le Pringles entrarono in produzione di massa nei primi anni 70, diventando rapidamente un fenomeno mondiale. La P&G implementò un processo di produzione avanzato che le permettesse di mantenere la forma distintiva delle patatine. Gene Wolfe, un ingegnere meccanico e autore noto per romanzi di fantascienza, contribuì a sviluppare la macchina che le produceva.
Le Pringles non tardarono a conquistare i gusti dei consumatori di tutto il mondo, forse grazie al sapore ammiccante, salato e speziato e un packaging che da solo bastava ad attirare i consumatori verso di sé.
Nel 1991, le Pringles furono distribuite in gran parte del mondo e la loro disponibilità internazionale segnò un nuovo capitolo nella storia degli snack, con un’enfasi crescente sulla comodità e sulla qualità uniforme.
Inoltre c’era e c’è un modo raccomandato per gustare le Pringles, che pare intriso di una certa sacralità a livello sociale, ovvero posizionare sulla lingua la parte convessa che è anche l’unica parte salata, chiudere la bocca finchè non si sente il classico crock, proprio come avviene nei celebri spot.
Teorie sull’origine del nome
Il prodotto nacque originariamente con il nome di Pringle’s Newfangled Potato Chips, ma alcuni competitors di allora si opposero perché sostenevano che le Pringles non potessero essere considerate patatine fritte, perchè erano fatte con un impasto a base di patate, non erano ricavate dalla patata stessa, tagliata e poi messa a friggere!
Ma per meglio comprendere la diatriba che ne scaturì in seguito è bene tenere a mente la differenza in lingua inglese tra chips e crisps, tenendo sempre a mente come noi italiani differenziamo chips e patatine fritte.
La Food and Drug Administration statunitense intervenne sulla questione nel 1975 e stabilì che Pringles poteva usare la parola “patatine fritte” nel nome del prodotto, ma solo se contenuta nella frase: patatine fritte fatte con patate secche (eng: potato chips made from dried potatoes).
Ma la denominazione era lunga e sgradevole, ben lontana da un buon marketing, anche per l’epoca. Pringles trovò l‘escamotage e alla fine ribattezzò il prodotto Crisps, invece di Chips.
Tutti contenti direte voi?
No perchè la faccenda arriva fino a tempi più recenti, e nel 2008, presso la London High Court, gli avvocati della P&G riuscirono a sostenere con successo la tesi che le Pringles non fossero patatine (eng: crisps) anche se etichettate come Patatine Fritte (eng: potato crisps) sul contenitore poiché il contenuto di patate era solo del 42% e la loro forma, non si trova in natura, proprio come affermato dalla P&G.
Questa sentenza fu abbastanza fortunata e funzionale agli interessi dell’impresa; grazie a questa infatti la P&G diventò esente VAT (IVA britannica) allora del 17,5% per patatine e snack derivati dalle patate. Ma nel maggio 2009 la Corte d’Appello annullò la precedente decisione. Un portavoce di P&G dichiarò poi di aver pagato l’IVA in modo proattivo e di non dover pagare imposte arretrate.
Altre teorie sull’origine del nome
Ma esistono altre teorie sulla nascita delle Pringles e sull’origine del nome. Secondo fonti della P&G, il nome fu adottato semplicemente perché suonava bene!
Tuttoggi però permangono altre teorie popolari: si pensa che il nome possa provernire da Mark Pringle, uno dei creatori del prodotto, che depositò il brevetto statunitense n. 2.286.644 intitolato Method and Apparatus for Processing Potatoes, in italiano Metodo e apparato per la lavorazione delle patate, il 5 marzo del 1937.
Altri sostengono che il nome sia stato scelto casualmente da un elenco telefonico dai vertici societari. Un’altra teoria suggerisce che due impiegati pubblicitari della Procter & Gamble vivessero a Pringle Drive a Finneytown (a nord di Cincinnati, Ohio), e il nome pare si abbinasse bene a “patatine fritte” (eng: potato chips).
Campagne pubblicitarie iconiche
Durante gli anni ’80, le Pringles lanciarono alcune delle campagne pubblicitarie più iconiche. Spot televisivi accattivanti e slogan memorabili contribuirono a consolidare la posizione delle Pringles e la percezione positiva nei consumatori.
Con il passare degli anni, dalla nascita delle Pringles a oggi, è stata introdotta una vasta gamma di sapori.
Da sour cream a barbecue, le opzioni sono diventate praticamente infinite. Sono una presenza globale e in alcuni luoghi, ci sono anche le varianti regionali. In Messico, ad esempio, ci sono le Pringles al Pollo Asado, mentre in Giappone, al gusto Wasabi & Nori.
L’affetto di Baur nei confronti del prodotto
La nascita delle Pringles è una storia affascinante di innovazione e successo. Dal laboratorio di Frederick J. Baur negli anni ’60 all’espansione globale nel XXI secolo, le Pringles hanno dimostrato di essere molto più di un semplice snack, piuttosto una icona pop.
Nonostante il suo ruolo di freddo chimico nella creazione delle Pringles, Frederick J. Baur sviluppò un legame affettivo straordinario con il suo prodotto. Un gesto ad esempio, testimonia tutta la sua dedizione. Chiese che una volta morto, una porzione dei suoi resti cremati, venissero posti in un tubo di Pringles Original. Dopo la morte, la famiglia lo accontentò. Questo atto eccentrico sottolinea quanto fosse profondo il suo affetto per l’invenzione che contribuì a realizzare.