Secondo il recente rapporto pubblicato da Oxfam in occasione del World Economic Forum di Davos, la diseguaglianza economica in Italia non mostra segni di miglioramento. Il 10% più ricco delle famiglie italiane possiede attualmente quasi tre quinti della ricchezza netta complessiva del Paese, una quota che è cresciuta significativamente negli ultimi anni. Nel 2010, infatti, il divario tra la ricchezza detenuta dal 10% più ricco e quella della metà più povera era di 6,3 volte; oggi, questo rapporto è salito a oltre otto volte.
Diseguaglianza economica in Italia: la concentrazione della ricchezza ai vertici
Tra il 2010 e il 2024, la quota di ricchezza detenuta dal top 10% delle famiglie italiane è passata dal 52,5% al 59,7%, mentre quella della metà più povera è scesa dall’8,3% al 7,4%. Questo trend evidenzia una crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, con conseguenze negative sulla coesione sociale ed economica del Paese.
L’Italia tra i Paesi più diseguali d’Europa: il 5% più ricco possiede quasi la metà della ricchezza nazionale
Il rapporto di Oxfam sottolinea che il 5% più abbiente detiene oggi il 47,7% della ricchezza nazionale, una cifra che supera di circa il 20% quella posseduta dal restante 90% delle famiglie. Lo 0,1% più ricco degli italiani ha visto un aumento della propria quota di ricchezza del 70% tra il 1995 e il 2016, un fenomeno alimentato da rendimenti patrimoniali medi annui del 5%, quasi il doppio di quelli ottenuti dal 90% più povero.
Nel 2024, la ricchezza complessiva dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro, crescendo a un ritmo di 166 milioni di euro al giorno e raggiungendo un totale di 272,5 miliardi di euro. Di questa cifra, il 63% è costituito da patrimoni ereditati, un dato che evidenzia come la mobilità sociale in Italia sia estremamente limitata.
Povertà assoluta e impatto della crisi economica
Nonostante un lieve miglioramento della distribuzione del reddito nel 2022, l’Italia continua a posizionarsi tra i Paesi più diseguali dell’Unione Europea, occupando il 20° posto su 27, al pari della Spagna. Nel 2023, circa 2,2 milioni di famiglie, pari a 5,7 milioni di individui, vivevano in condizioni di povertà assoluta, senza risorse sufficienti per beni e servizi essenziali.
L’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è aumentata dall’8,3% all’8,4%, mentre quella individuale è rimasta stabile al 9,7%. L’inflazione elevata ha contribuito a mantenere alto il livello di povertà, vanificando i progressi del mercato del lavoro, che ha registrato un aumento dell’occupazione nel 2023.
Le nuove misure contro la povertà e i loro effetti
Il 2024 ha visto l’introduzione dell’Assegno di Inclusione, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, questa misura ha portato a una riduzione del 37,6% dei nuclei familiari beneficiari, ampliando il divario tra chi riceve il sussidio e chi è effettivamente in condizioni di povertà assoluta. Anche il Supporto per la Formazione e il Lavoro ha mostrato risultati deludenti, rivelandosi poco efficace nel favorire l’occupazione.
Il mercato del lavoro e la stagnazione salariale: occupazione in crescita, ma con forti squilibri
Nel 2023, il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il 62,4%, trainato soprattutto dall’aumento dell’occupazione tra gli over-50. Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,7%, ma questo dato nasconde una realtà più complessa: l’alto numero di inattivi e le persistenti disuguaglianze territoriali.
Salari fermi da trent’anni
Nonostante la crescita occupazionale, la questione salariale rimane critica. I salari medi annuali reali sono rimasti invariati negli ultimi trent’anni. Tra il 2019 e il 2023, le retribuzioni lorde sono aumentate del 6-7%, mentre quelle nette hanno guadagnato solo tre punti percentuali grazie agli sgravi fiscali. Tuttavia, l’inflazione cumulata del 17-18% ha ridotto il potere d’acquisto dei lavoratori di oltre 10 punti percentuali.
Le proposte di Oxfam per ridurre la diseguaglianza
Oxfam propone diverse misure per contrastare la diseguaglianza economica, tra cui:
- L’introduzione di un reddito minimo universale per le famiglie in difficoltà.
- Il rafforzamento dei contratti collettivi e l’introduzione di un salario minimo legale.
- La riforma del sistema fiscale con un’imposta progressiva sui grandi patrimoni e un aumento delle tasse sulle successioni.
- La revisione della tassazione immobiliare e il contrasto ai condoni fiscali.
Contrastare l’autonomia differenziata
Oxfam esprime preoccupazione per il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata e teme che questa possa ampliare le disuguaglianze territoriali. L’organizzazione chiede l’abrogazione della riforma e l’adozione di politiche centralizzate per garantire un accesso equo ai servizi essenziali. Oxfam invita il governo a intervenire con riforme incisive per garantire equità e dignità a tutti i cittadini, sottolineando che la riduzione del divario tra ricchi e poveri è una necessità non solo morale, ma anche economica.