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Diseguaglianza economica in Italia: il divario tra ricchi e poveri continua ad aumentare

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Foto di Frantisek Krejci da Pixabay

Secondo il recente rapporto pubblicato da Oxfam in occasione del World Economic Forum di Davos, la diseguaglianza economica in Italia non mostra segni di miglioramento. Il 10% più ricco delle famiglie italiane possiede attualmente quasi tre quinti della ricchezza netta complessiva del Paese, una quota che è cresciuta significativamente negli ultimi anni. Nel 2010, infatti, il divario tra la ricchezza detenuta dal 10% più ricco e quella della metà più povera era di 6,3 volte; oggi, questo rapporto è salito a oltre otto volte.

Diseguaglianza economica in Italia: la concentrazione della ricchezza ai vertici

Tra il 2010 e il 2024, la quota di ricchezza detenuta dal top 10% delle famiglie italiane è passata dal 52,5% al 59,7%, mentre quella della metà più povera è scesa dall’8,3% al 7,4%. Questo trend evidenzia una crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, con conseguenze negative sulla coesione sociale ed economica del Paese.

L’Italia tra i Paesi più diseguali d’Europa: il 5% più ricco possiede quasi la metà della ricchezza nazionale

Il rapporto di Oxfam sottolinea che il 5% più abbiente detiene oggi il 47,7% della ricchezza nazionale, una cifra che supera di circa il 20% quella posseduta dal restante 90% delle famiglie. Lo 0,1% più ricco degli italiani ha visto un aumento della propria quota di ricchezza del 70% tra il 1995 e il 2016, un fenomeno alimentato da rendimenti patrimoniali medi annui del 5%, quasi il doppio di quelli ottenuti dal 90% più povero.

Nel 2024, la ricchezza complessiva dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro, crescendo a un ritmo di 166 milioni di euro al giorno e raggiungendo un totale di 272,5 miliardi di euro. Di questa cifra, il 63% è costituito da patrimoni ereditati, un dato che evidenzia come la mobilità sociale in Italia sia estremamente limitata.

Povertà assoluta e impatto della crisi economica

Nonostante un lieve miglioramento della distribuzione del reddito nel 2022, l’Italia continua a posizionarsi tra i Paesi più diseguali dell’Unione Europea, occupando il 20° posto su 27, al pari della Spagna. Nel 2023, circa 2,2 milioni di famiglie, pari a 5,7 milioni di individui, vivevano in condizioni di povertà assoluta, senza risorse sufficienti per beni e servizi essenziali.

L’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è aumentata dall’8,3% all’8,4%, mentre quella individuale è rimasta stabile al 9,7%. L’inflazione elevata ha contribuito a mantenere alto il livello di povertà, vanificando i progressi del mercato del lavoro, che ha registrato un aumento dell’occupazione nel 2023.

Le nuove misure contro la povertà e i loro effetti

Il 2024 ha visto l’introduzione dell’Assegno di Inclusione, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, questa misura ha portato a una riduzione del 37,6% dei nuclei familiari beneficiari, ampliando il divario tra chi riceve il sussidio e chi è effettivamente in condizioni di povertà assoluta. Anche il Supporto per la Formazione e il Lavoro ha mostrato risultati deludenti, rivelandosi poco efficace nel favorire l’occupazione.

Il mercato del lavoro e la stagnazione salariale: occupazione in crescita, ma con forti squilibri

Nel 2023, il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il 62,4%, trainato soprattutto dall’aumento dell’occupazione tra gli over-50. Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,7%, ma questo dato nasconde una realtà più complessa: l’alto numero di inattivi e le persistenti disuguaglianze territoriali.

Salari fermi da trent’anni

Nonostante la crescita occupazionale, la questione salariale rimane critica. I salari medi annuali reali sono rimasti invariati negli ultimi trent’anni. Tra il 2019 e il 2023, le retribuzioni lorde sono aumentate del 6-7%, mentre quelle nette hanno guadagnato solo tre punti percentuali grazie agli sgravi fiscali. Tuttavia, l’inflazione cumulata del 17-18% ha ridotto il potere d’acquisto dei lavoratori di oltre 10 punti percentuali.

Le proposte di Oxfam per ridurre la diseguaglianza

Oxfam propone diverse misure per contrastare la diseguaglianza economica, tra cui:

  • L’introduzione di un reddito minimo universale per le famiglie in difficoltà.
  • Il rafforzamento dei contratti collettivi e l’introduzione di un salario minimo legale.
  • La riforma del sistema fiscale con un’imposta progressiva sui grandi patrimoni e un aumento delle tasse sulle successioni.
  • La revisione della tassazione immobiliare e il contrasto ai condoni fiscali.

Contrastare l’autonomia differenziata

Oxfam esprime preoccupazione per il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata e teme che questa possa ampliare le disuguaglianze territoriali. L’organizzazione chiede l’abrogazione della riforma e l’adozione di politiche centralizzate per garantire un accesso equo ai servizi essenziali. Oxfam invita il governo a intervenire con riforme incisive per garantire equità e dignità a tutti i cittadini, sottolineando che la riduzione del divario tra ricchi e poveri è una necessità non solo morale, ma anche economica.