Cosa sarebbe successo se Hitler avesse avuto Facebook? Questa è una domanda molto interessante e che spero darà modo di riflettere sulla nostra attualità e sul periodo storico piuttosto complicato che stiamo attraversando, complici i frequenti episodi di intolleranza sparsi qua e là nel nostro “Belpaese”.
Il celebre attore comico Sasha Baron Cohen, attivista dei diritti umani e che da studente scrisse la sua tesi sul movimento dei diritti civili e la cui produzione artistica ruota attorno a determinati stereotipi ridicolizzandone l’essenza stessa, ha da poco ricevuto il premio di Leadership Internazionale della Organizzazione Anti Defamation League al Never in Now ovvero il summit di una ONG ebraica che ha sede negli USA.
Il ruolo dei social media secondo Cohen
Per l’occasione Cohen ha colto la palla al balzo per parlare del ruolo dei social media nella società odierna e per puntare il dito contro Facebook, Twitter, Youtube e Google definendoli la più grande macchina di propaganda della storia, e infatti di questo si tratta, una macchina veicolatrice di contenuti sia nel bene che nel male.
I crimini sono in aumento, cosi come i violenti attacchi contro le minoranze etniche e religiose in tutto il mondo, odio e violenza sono facilitati però dalle campagne web che rappresentano la più grande macchina di propaganda della storia.
Un sistema del genere oggi avrebbe permesso al “signor” Hitler di acquistare annunci e portare avanti la sua malsana idea di mondo. Certo bisogna contestualizzare il tutto perché oggi Facebook ripudia e elimina i post che fomentano odio e intolleranza dando agli utenti la possibilità di segnalare questo tipo di post o utenti.
Il ruolo degli algoritmi
L’attore ha posto l’accento sul fatto che gli algoritmi da cui dipendono queste piattaforme amplificano ogni tipo di contenuto e questo va a coinvolgere gli utenti con contenuti e storie che sanno solleticare gli istinti più bassi della società, che parlano alla pancia del pubblico e scatenano indignazione e paura, e si sa che la paura spinge a reazioni incondizionate.
Si pensi a come sia possibile che Youtube qualche tempo fa consigliasse e diffondesse i video di Alex Jones un cospirazionista e bufalaro made in USA (eh già li hanno anche loro).
L’appeal delle notizie false
Nei periodi di vuoto culturale le notizie false hanno un grande appeal e corrono veloci, il rischio è che le fake news vadano a soppiantare le notizie vere, è dimostrato infatti che le bugie si diffondono più rapidamente rispetto alla realtà, perché spesso è più comoda una bugia sensazionalistica che una realtà alla quale si può porre rimedio.
“Pensate cosa avrebbe potuto fare Goebbels con Facebook”
Se storicamente la macchina di propaganda nazista era riuscita a far credere ai tedeschi e non solo che gli ebrei fossero in qualche misura pericolosi, cosa avrebbe potuto fare oggi con Facebook un “furbacchione” come Goebbels?
Tuttavia i social forse non sono ancora in grado di decifrare quando un post o un annuncio diffonda fake news o meno, il problema è che se paghi la piattaforma ti aiuterà a targetizzare il tuo contenuto che verrà veicolato verso gli utenti, ottendendo un alto tasso di coinvolgimento o engagement come lo chiamano i professionisti del web.
Se Facebook fosse stato una realtà negli anni 30 probabilmente avrebbe permesso a personaggi come Hitler di pubblicare annunci di trenta secondi sulla sua “soluzione al problema ebraico”.
Cohen si è scagliato contro il guru di Facebook Mark Zuckerberg
Cohen si è scagliato anche contro il guru di Facebook Mark Zuckerberg, che ha definito Facebook come il baluardo della libera espressione.
L’attore ha sostenuto:
“Penso che potremmo essere tutti d’accordo sul fatto che non dovremmo mettere a disposizione di bigotti e pedofili una piattaforma gratuita che diffonde le opinioni di certi personaggi e che ne targetizza le vittime”.
Cohen ha anche criticato la decisione di Facebook di non rimuovere i negazionisti dell’Olocausto, dicendo:
“Abbiamo milioni di prove che l’Olocausto sia avvenuto – è un fatto storico. E negarlo non è un’opinione casuale. Coloro che negano l’Olocausto mirano a incoraggiarne un altro”.
Cohen pertanto ritiene giusto che i colossi di Internet siano ritenuti responsabile dei contenuti che fanno circolare sul web e degli stessi contenuti che vengono spinti tramite le sponsored.
Per Cohen è giunto il momento di prendere queste società per quello che sono ovvero grandi editori che dovrebbero allinearsi alla deontologia e al codice morale dei giornali, riviste e telegiornali.
A voi la sentenza, immaginate cosa sarebbe potuto accadere se Hitler avesse avuto Facebook.