La storia dei cerchi olimpici si intreccia con la vita di Pierre de Frédy, barone de Coubertin, aristocratico francese che tentò di imporre più educazione fisica nelle scuole francesi. Nel 1894 fece di più e decise di convocare un congresso a Parigi con l’obiettivo di far risplendere la grandezza degli antichi Giochi Olimpici.
Non era un’idea nuova, in quanto de Coubertin la presentò ad una riunione già nel 1889, ma è nel 1894 che il congresso appoggiò in toto le proposte per una olimpiade moderna; il Comitato Olimpico Internazionale fu presto formalizzato. A de Coubertin venne affidato il compito di pianificare i Giochi Olimpici di Atene del 1896.
La prima comparsa dei cerchi olimpici
I primi giochi olimpici con atleti provenienti dai cinque continenti si tennero a Stoccolma nel 1912. La prima volta in cui i cerchi olimpici fecero la loro comparsa fu all’interno di una lettera che de Coubertin inviò ad un collega, in cima a questa, cinque anelli intrecciati, disegnati e colorati a mano. Questo simbolo venne usato ancora da de Coubertin come emblema per la celebrazione del 20° anniversario del CIO nel 1914. Un anno dopo, divenne il simbolo olimpico ufficiale.
Gli anelli avrebbero dovuto essere utilizzati per la prima volta sulle bandiere e sulla segnaletica ai Giochi del 1916, ma la manifestazione venne annullata a causa dello scoppio del primo conflitto mondiale mondiale. E’ per questo motivo che i cerchi olimpici fecero un debutto tardivo ai Giochi di Anversa in Belgio nel 1920.
Nel 1931 Coubertin spiegò il significato della sua intuizione
Uno sfondo bianco, con cinque anelli intrecciati al centro: blu, giallo, nero, verde e rosso … è simbolico; rappresenta i cinque continenti abitati del mondo, uniti dall’Olimpismo, mentre i sei colori sono quelli che appaiono su tutte le bandiere nazionali del mondo al momento attuale.
Coubertin in effetti utilizzò una interpretazione libera di continente (in realtà sono 7) che includeva: Africa, Americhe, Asia, Europa e Oceania, ma non specificò né scrisse se un anello rappresentasse un determinato continente.
Ma in realtà i colori degli anelli non simboleggiano i cinque continenti come spesso si tende a pensare. I cinque cerchi con il colore bianco dello sfondo, sono i colori più utilizzati nelle bandiere degli Stati di tutto il mondo, con l’auspicio di rappresentarli tutti!
Un simbolo antico ma di ispirazione moderna
Il mito popolare ci suggerisce che gli anelli siano stati ispirati da un disegno antico, molto simile a eulo attuale trovato su una pietra a Delfi, in Grecia. Tuttavia, l’antica pietra era solo un moderno oggetto di scena.
Per i Giochi estivi del 1936 a Berlino, Carl Diem, presidente del comitato organizzativo, voleva trasmettere la fiamma olimpica dal suo punto di illuminazione a Olimpia, allo stadio olimpico di Berlino. Diem, a quanto pare, aveva un certo talento per la teatralità e incluse nella staffetta una tappa all’antico stadio di Delfi per una cerimonia dei tedofori nello stile dell’antica Grecia, completa di un altare in pietra finto-antico alto 1 metro, con il moderno disegno ad anello scolpito sui lati.
Finita la cerimonia i tedofori proseguirono per la loro strada, ma nessuno rimosse mai la quella pietra dallo stadio. Due decenni dopo, i ricercatori britannici in visita a Delfi notarono il disegno ad anello sulla pietra. Conclusero che la pietra era un antico altare e pensarono che il disegno ad anello fosse stato utilizzato nell’antica Grecia e che formasse un collegamento tra le Olimpiadi antiche e moderne, scrive Young sulla rivista Archaeology.
La vera storia dietro l’altare però fu rivelata in seguito e la pietra di Carl Diem fu spostata dallo stadio e posizionata vicino all’ingresso a pagamento del sito storico.
L’ispirazione per il disegno di Coubertin sembra essere un po’ più moderna
Quattro anni prima di convocare il suo congresso olimpico, era diventato presidente dell’organismo di governo sportivo francese, l’Union des Sociétés Françaises de Sports Athlétiques (USFSA).
L’unione era nata dalla unione di due organismi sportivi minori. Il simbolo creato per questo nuovo organismo era un logo con due anelli intrecciati, uno rosso e uno blu, su sfondo bianco, che venne esposto sulle uniformi degli atleti dell’USFSA.

Va da sé che l’affiliazione di Coubertin con l’USFSA lo portò a ispirarsi a degli anelli intrecciati quando si trovò a dover concepire un logo per i giochi olimpici, e in effetti un logo ad anello avrebbe simboleggiato al meglio il successo del suo Movimento Olimpico fino a quel momento. I cerchi, dopotutto, denotano completezza e il loro intreccio continuità, come ha sostenuto lo storico Robert Barney nel 1992.
Standard rigidi per quanto riguarda la raffigurazione del simbolo
Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) prende molto molto sul serio la questione dei cerchi olimpici e il simbolo è soggetto a regole di utilizzo e standard grafici piuttosto rigidi.
L’area coperta dagli anelli contenuti in un emblema olimpico non può superare un terzo dell’area totale dell’emblema e gli anelli devono essere presentati nella loro interezza. Gli anelli possono essere riprodotti in una versione monocromatica in blu, giallo, nero, verde, rosso, bianco, grigio, oro, argento o bronzo, ma per la riproduzione su uno sfondo scuro, gli anelli possono essere raffigurati solo in giallo, bianco, grigio, oro, argento o bronzo.