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Diritti dei lavoratori: i Paesi peggiori

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Foto di Olga Ozik da Pixabay

Ci lamentiamo spesso del fatto che gli stipendi non aumentino solo in Italia, ma c’è di peggio, infatti nel mondo esistono Paesi in cui le condizioni di lavoro non sono proprio edificanti, tra violazione dei diritti e repressione sindacale.

Secondo quanto riporta il sito Statista il più recente rapporto della Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), segnala che nel 2023, sono dieci i Paesi che si sono distinti negativamente per la sistematica violazione dei diritti dei lavoratori. Parliamo di Bangladesh, Bielorussia, Ecuador, Egitto, Eswatini, Guatemala, Myanmar, Tunisia, Filippine e Turchia che sono stati classificati come le peggiori nazioni in cui lavorare, a causa della repressione della libertà sindacale, delle restrizioni alla contrattazione collettiva e della soppressione del diritto di sciopero.

Diritti dei Lavoratori: diamo un’occhiata alla mappa di Statista

L’ITUC ha valutato 149 paesi, assegnando a ciascuno un punteggio da 1 a 5+, dove il valore minimo indica violazioni sporadiche e il massimo rappresenta un’assenza totale di diritti, dovuta al collasso dello stato di diritto.

Medio Oriente e Nord Africa: le regioni con il peggior punteggio sui diritti dei lavoratori

Tra le macroaree analizzate, il Medio Oriente e il Nord Africa (MENA) si sono confermati come la regione con le condizioni più critiche per i lavoratori, registrando un punteggio medio di 4,53. Sebbene il Qatar abbia fatto progressi in termini di riforme, il punteggio complessivo della regione rimane basso a causa del persistente utilizzo del sistema della kafala nei paesi del Golfo che continua a esporre i lavoratori migranti a gravi violazioni dei diritti umani.

Subito dopo la regione MENA, l’Asia-Pacifico ha ottenuto una media di 4,18, seguita dall’Africa con 3,84, dalle Americhe con 3,52 e dall’Europa con 2,56.

Repressione e violenza: sindacalisti assassinati in otto Paesi

Il rapporto ITUC evidenzia un dato allarmante: nel 2023, in otto paesi si sono verificati omicidi di sindacalisti e lavoratori. Le nazioni coinvolte sono Brasile, Colombia, Ecuador, El Salvador, Eswatini, Guatemala, Perù e Sierra Leone. Ciò dimostra come in molte aree del mondo la difesa dei diritti dei lavoratori rappresenti ancora un rischio mortale.

L’analisi mostra inoltre un preoccupante peggioramento della situazione globale: nel 2023, l’87% dei paesi ha violato il diritto di sciopero dei lavoratori, un dato in netto aumento rispetto al 63% registrato nel 2014.

Paesi con peggioramenti e miglioramenti nel 2023

Tra le nazioni che hanno visto un deterioramento del loro punteggio figurano Repubblica del Congo, El Salvador, Haiti, Liberia, Montenegro, Macedonia del Nord, Togo e Regno Unito. Al contrario, alcuni Paesi hanno migliorato la loro posizione nell’indice globale: tra questi Australia, Cile e Costa d’Avorio, grazie a riforme che hanno rafforzato la tutela dei lavoratori.

Come viene redatto l’indice ITUC sui diritti dei lavoratori?

L’ITUC raccoglie dati inviando questionari ai sindacati nazionali di tutto il mondo, con l’obiettivo di monitorare le violazioni dei diritti dei lavoratori. Le segnalazioni vengono registrate ogni anno da aprile a marzo e successivamente verificate.

Per elaborare il ranking globale, ogni Paese viene valutato in base a 97 indicatori che si rifanno alle convenzioni e alla giurisprudenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), fornendo così un quadro dettagliato delle violazioni sia a livello legislativo che pratico.