In una remota regione montuosa del Messico, esiste un luogo che presenta un fenomeno singolare e certamente bizzarro: San Juan Chamula è un piccolo paese indigeno nello stato del Chiapas ed è oggi famoso perchè è il luogo con il più alto consumo pro capite di Coca-Cola al mondo.
Il Chiapas rappresenta attualmente lo stato messicano più povero, dove otto persone su dieci vivono in povertà. Circa il 40% della popolazione parla solo la propria lingua indigena ed anche se il territorio risulta ricco di risorse naturali, proprio come l’acqua, e rifornisce tutto il Paese, consacrando il Chiapas come uno dei maggiori esportatori di frutta tropicale nel mondo, nonché cacao, miele e caffè, è proprio l’acqua il crucio più grande nella regione.
Chamula: un paradosso che ha dell’incredibile
Un paradosso, se si pensa che una gran parte della popolazione è costretta a vivere con il minimo di questa risorsa necessaria, specie a San Cristobal dove l’acqua non arriva al 20% dei 250 mila abitanti.
E’ questa mancanza che spinge la gente a preferire le bibite zuccherate, perché di più facile reperibilità e perché permettono di risparmiare acqua che serve non solo per l’igiene personale, ma anche per il fare bucato e per cucinare.
Il fenomeno di Chamula però si colloca a metà strada tra tradizione e modernità, ha radici profonde nella cultura locale e offre uno sguardo su come una bevanda globale si sia intrecciata con le pratiche religiose e sociali di una comunità indigena.
Il ruolo culturale e religioso della Coca-Cola
A Chamula, la Coca-Cola non è solo una bevanda; è parte integrante di riti spirituali e delle tradizioni comunitarie. Gli abitanti di questo piccolo centro, in gran parte discendenti del popolo Tzotzil, hanno integrato la Coca-Cola nelle loro cerimonie religiose, laddove viene usata come un’offerta alle divinità locali o come strumento per guarire le ferite dello spirito.
Durante i riti, i fedeli bevono Coca-Cola pregano e ruttano copiosamente. Questo è considerato un modo per liberare lo spirito dai mali e dalle impurità. Questo singolare uso della bibita, combinato con la sua massiccia diffusione, ha fatto sì che la bevanda diventasse parte essenziale della vita quotidiana degli abitanti.
L’arrivo della Coca-Cola e il suo impatto economico
Il legame tra Coca-Cola e Chamula ha radici nel XX secolo, quando la bevanda iniziò a diffondersi in Messico. Tuttavia, la sua irruzione nella comunità indigena ha preso una piega piuttosto strana e unica, ma dettata anche dalle ragioni che abbiamo visto all’inizio di questo articolo.
La Coca-Cola ha sostituito bevande tradizionali come il pox, un distillato locale utilizzato durante cerimonie religiose e feste. Le multinazionali hanno riconosciuto rapidamente il potenziale di questa integrazione e hanno facilitato la distribuzione della bibita in quest’area remota.
Il consumo della bevanda ha raggiunto livelli tali da incidere anche sull’economia locale, è venduta praticamente ovunque, persino nei piccoli negozi rurali in cui non ti aspetteresti mai di trovarla. I dispenser automatici sono un pò ovunque, nella case e nelle chiese, accanto ai focolari di pietra dove le donne preparano le tortillas.
Problemi sanitari e dipendenza dalla bevanda
Tuttavia, il fenomeno ha anche un lato oscuro. Il consumo eccessivo di Coca-Cola a Chamula ha portato a gravi problemi di salute pubblica, è risaputo che non è certo la bevanda più salubre del mondo e che lo zucchero causa dipendenza.
La diffusione di malattie legate all’obesità, come il diabete, è esplosa in Messico proprio negli ultimi decenni. Secondo alcune stime, un abitante medio di Chamula può consumare fino a due litri di Coca-Cola al giorno.
Mentre il consumo di Coca-Cola continua a crescere, la comunità si trova a fare i conti con le conseguenze sanitarie e sociali di questa dipendenza. CocaCola Company siglò un accordo con il governo messicano per il quale la multinazionale si sarebbe impegnata a migliorare la rete idrica regionale, in cambio dell’utilizzo dei pozzi d’acqua messicani.
Ma ad oggi, la verità è che in Chiapas l’acqua in molte zone è ancora inquinata da Helicobacter; insomma non è stato fatto assolutamente nulla per facilitare l’approvvigionamento della popolazione locale.
Ed è proprio la Coca Cola, la bevanda miracolosa dei Tzatzil, entrata addirittura a far parte dei loro riti e del loro credo in questi anni, a costituire oggi la loro primaria causa di morte per diabete di tipo 2 (mellito). In Sud America, ne soffre il 14% degli adulti e rappresenta la prima causa di morte nel Paese.
Un caso unico di sincretismo culturale
Il caso di Chamula è anche un esempio lampante di sincretismo culturale, in cui elementi della modernità vengono integrati in tradizioni antiche. Nonostante la Coca-Cola sia considerato il simbolo del capitalismo globale, ha assunto un significato profondamente locale, legato alle pratiche religiose e alle abitudini sociali di questa comunità.
Questo equilibrio tra globalizzazione e tradizione rende il fenomeno affascinante agli occhi di antropologi e studiosi, che vedono in Chamula un esempio di come le comunità indigene reagiscono e si adattano ai cambiamenti imposti dal mondo esterno, dal mondo moderno.
Con il suo peculiare rapporto con la Coca-Cola, la comunità rappresenta un caso straordinario di come una bevanda simbolo della globalizzazione possa fondersi con le pratiche culturali e religiose di una comunità indigena, ma il cui impatto possa essere davvero devastante per la salute di una popolazione intera.