La Finestra di Overton è un concetto che descrive l’insieme delle idee accettabili all’interno del discorso pubblico in un dato momento. In altre parole, è lo spettro delle opinioni che la società considera accettabili o discutibili, mentre le idee al di fuori di questa finestra sono viste come estreme o impensabili.
Come funziona la Finestra di Overton?
Il politologo Joseph Overton ha teorizzato che per ogni argomento esista un range di opinioni che possono essere espresse senza essere rigettate dalla maggioranza della popolazione. Questo spettro di accettabilità però non è fisso, può tuttavia spostarsi nel tempo ed è strettamente interconnesso con fattori culturali, politici ed economici.
Vi sono stati tanti esempi di Finestra di Overton, si pensi al divorzio, alla parità di genere, all’accettazione dei matrimoni omosessuali, cannabis e legalizzazione delle droghe leggere, solo per citarne alcuni.
Le fasi principali della finestra di Overton
Un’idea può passare attraverso diverse fasi nel suo percorso verso l’accettazione pubblica:
- Impensabile (Tabù) – L’idea è ritenuta inaccettabile e impensabile.
- Radicale – L’idea è considerata estrema e fuori dal dibattito serio e autorevole.
- Accettabile – L’idea inizia a essere discussa da alcuni gruppi marginali.
- Sensata – L’idea è considerata una proposta legittima, anche se controversa.
- Diffusa – L’idea è ormai parte del dibattito pubblico.
- Legiferata – L’idea diventa legge o norma sociale.
La manipolazione
Alcuni gruppi di potere, media e movimenti politici cercano di spostare la finestra per far accettare idee precedentemente impensabili, usando strategie come:
- Normalizzazione progressiva – inserire gradualmente un concetto nel dibattito.
- Shock comunicativi – proporre idee estreme per far sembrare moderate altre meno radicali.
- Satira e cultura pop – utilizzare media, film e serie TV per abituare il pubblico a un’idea.
Un esempio attuale: il conflitto in Ucraina
La percezione del conflitto in Ucraina in Europa si è evoluta nei tre anni che vanno dal 2022 a oggi, influenzata da una serie di fattori geopolitici, economici e sociali. Se analizziamo questo periodo attraverso la lente della finestra di Overton, possiamo osservare come le opinioni sulla guerra siano passate da un iniziale scetticismo e distanza a una crescente accettazione di coinvolgimento e sostegno all’Ucraina, con implicazioni per le politiche e le discussioni pubbliche.
Inizio del conflitto (febbraio 2022): impensabile e scioccante
Quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio del 2022, il conflitto è stato inizialmente percepito come impensabile da molte persone, non solo in Europa, ma anche a livello globale. Dopo la fine della Guerra Fredda e la dissoluzione dell’URSS, molti pensavano che un conflitto su vasta scala in Europa fosse ormai fuori discussione. Inoltre, l’invasione ha violato il diritto internazionale e ha portato a una reazione di shock.
Molti cittadini europei, sebbene consapevoli delle tensioni geopolitiche, non si aspettavano un attacco così diretto, e inizialmente la reazione era quella di evitare il conflitto diretto con la Russia, pur condannando l’invasione.
Il sostegno a favore dell’Ucraina era limitato a dichiarazioni di condanna, con alcune nazioni che inviavano aiuti umanitari ma non armi o supporto militare diretto.
Primi mesi del conflitto (2022): radicale e contestato
Nel corso dei primi mesi del conflitto, la finestra di Overton in Europa ha iniziato a spostarsi. La Polonia ha immediatamente sostenuto l’Ucraina con aiuti militari e una posizione ferma contro la Russia considerato il Paese invasore.
Tuttavia, molti altri Stati membri dell’UE ci sono andati inizialmente più cauti. La discussione pubblica in molte nazioni europee riguardava il timore di un’escalation e l’impatto economico della guerra, con il rischio di coinvolgimento diretto della NATO.
L’idea di inviare armi all’Ucraina o di imporre dure sanzioni economiche alla Russia è stata inizialmente vista come una soluzione radicale. La percezione pubblica in molti Paesi europei era anche influenzata da preoccupazioni per l’incremento dei costi energetici, dell’inflazione e la possibilità di una guerra che potesse espandersi oltre i confini dell’Ucraina.
Autunno 2022 – Primavera 2023: accettabile e giustificabile
Man mano che il conflitto continuava e la Russia sembrava intensificare le sue operazioni, la finestra di Overton si spostava verso un maggiore sostegno all’Ucraina. La reazione europea al conflitto è diventata più accettabile e giustificabile.
Molti Paesi europei hanno aumentato gli aiuti militari, con l’invio di armamenti più sofisticati, tra cui sistemi di difesa aerea, missili e addestramento per le forze ucraine.
Le sanzioni contro la Russia sono state progressivamente inasprite, e l’idea che fosse necessario sostenere militarmente l’Ucraina contro l’aggressione russa è diventata sensata per una parte sempre più consistente dell’opinione pubblica europea. Anche i Paesi che inizialmente avevano dimostrato riserve in merito, come la Germania ad esempio, hanno cambiato posizione, pur mantenendo un atteggiamento di cautela sulla possibilità di un intervento diretto della NATO.
Le immagini di distruzione e le testimonianze delle atrocità commesse dai russi, hanno alimentato la narrativa morale del conflitto, spingendo l’opinione pubblica europea a sostenere una causa che veniva vista sempre più come quella della difesa della democrazia e dei diritti umani contro un’aggressione ingiustificata.
Estate 2023 – Oggi (2025): legiferato e continuativo
Nel corso del 2023 e 2024, il conflitto è diventato sempre più parte integrante del dibattito politico e sociale in Europa. L’idea di sostenere l’Ucraina è diventata ampiamente perorata sul piano politico e diplomatico e giustificata come necessaria, con il conflitto che ha acquisito una valenza anche strategica, economica e politica. Il conflitto ha altresì spinto a una riorganizzazione delle priorità energetiche in Europa, con molti Paesi che si sono impegnati a ridurre la dipendenza dalle risorse russe e a promuovere nuove fonti di energia.
L’Ucraina è stata accolta come partner nella prospettiva di adesione all’Unione Europea e, pur con delle divisioni interne tra i vari Stati membri, l’idea di sostenere l’Ucraina contro la Russia è ormai generalmente accettata come un obbligo etico e geopolitico per la sicurezza dell’Europa stessa che intende aumentare e accelerare l’assistenza militare all’Ucraina.
La discussione pubblica ha ormai incorporato la necessità di continuare il supporto militare all’Ucraina, sebbene ci siano crescenti preoccupazioni riguardo agli impatti economici a lungo termine e alle possibili conseguenze sulla popolazione europea di una guerra continuativa.
Diciamo che nel corso di questi tre anni, la finestra di Overton sulla guerra in Ucraina, per noi europei si è spostata da una posizione iniziale di shock e incredulità alla più forte accettazione e giustificazione dell’invio di armi e aiuti, con una crescente consapevolezza che il conflitto è diventato ormai parte della lotta per la sicurezza, la stabilità e i valori democratici in Europa.
Nonostante le divisioni l’Ucraina ha guadagnato un ampio sostegno internazionale, e la sua causa è diventata parte integrante della politica estera e della visione a lungo termine dell’Europa, che tra l’altro intende investire in un riarmo europeo nonostante i recenti sviluppi sugli accordi tra il Presidente Trump e il Presidente Zelensky.